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Alla base di ogni risultato vi è il metodo.

Questa frase mi piace tantissimo, e non l’ho presa dalle righe di qualche libro, ma semplicemente dalle mie esperienze per poi catapultarla dentro la mia quotidianità.

Se ci pensi, tutto ciò che è produttivo ha un metodo, perfino l’estro, che è considerato un impulso slegato da ogni condizione, va accompagnato alla parte razionale.

Un Coach che ha buone intuizioni ma non sa come inserirle in un contesto reale, non può essere utile ai suoi allievi.  Saranno idee irrealizzabili, come l’echeggiare di qualcosa che pian piano si dissolve.

Se invece si assemblano idea e disciplina, ha inizio uno sviluppo.

Il metodo è proprio questo, trasformare l’effimero in concreto, quindi poterlo veicolare e trasmettere con efficacia.

Nell’elaborazione dei miei programmi parto sempre dall’aspetto Tecnico.

Credo sia questa la componente fondamentale attraverso la quale vengano ottimizzati tutti gli altri aspetti. Un’importante base dalla quale non si può prescindere e alla quale è sempre saggio dedicare tempo.

Anche quando le cose sembrano evolversi correttamente, specie a livello giovanile, mediante buone prestazioni e risultati, una carenza per quanto riguarda la biomeccanica del colpo, si potrà in seguito manifestare sia in una flessione del rendimento che nell’incorrere di eventuali problemi muscolari o tendinei, legati a sovraccarichi dovuti a movimenti scorretti.

La mia analisi iniziale prevede un accurato studio dei colpi dell’atleta.

Ne delineo gli aspetti basilari, ipotizzando la loro evoluzione nel lungo periodo, dividendo tra qualità e fattori critici.

Il primo mezzo di cui mi avvalgo è una visione di tipo naturale, competente ed autorevole. Solo in seconda battuta, al fine di indurre nell’allievo una maggiore percezione della strada da seguire e dove poter migliorare, sfrutto il mezzo tecnologico mediante la video analisi.

A questo livello di acquisizione informazioni, creo un piano che renda tali aspetti disponibili nell’ambito di una costruzione tattico strategica.

Metto in opera questo iter selezionando delle categorie di esercitazioni, da inserire con le dovute percentuali nell’ambito della settimana di allenamento.

Non tratto mai la programmazione partendo dalle tipologie di colpi ma sempre dalle tipologie di esercitazioni.

Poi, all’interno di questo schema inserisco i vari colpi nelle modalità studiate per ogni atleta e settore didattico.

Agisco così, perché nel mio pensiero, l’applicazione della tecnica è strettamente correlata all’ottimizzazione di aspetti di carattere coordinativo e condizionale, che poi, a loro volta sfoceranno in una gestione più ordinata degli aspetti tattico strategici e di conseguenza mentali.

In questo modo l’atleta sviluppa i colpi – servizio, diritto, rovescio, volée e smash – rimanendo connesso a una procedura più ampia e ben definita.

Questo sistema, da me sperimentato, rappresenta il processo che utilizzo per l’apprendimento e in seguito per il raggiungimento della massima prestazione.

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